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sabato 24 maggio 2014

TRADIZIONI CIMINNESI... Am' à canciari











Bianca la muntagna
Niura la simenta
L’omu chi simìna, sempri pensa…!

   Martino Spina, instancabile ricercatore meridionale e meridionalista, dopo altri, diversi e interessanti  lavori di storia contemporanea a cui continua a dedicarsi, ci propone adesso un testo da lui costruito sulla memoria, sui sentimenti, sulle tradizioni   di tutta una comunità siciliana, la comunità di Ciminna, “Tradizioni ciminnesi,  Am’à canciari,  Motti Proverbi Canti”.
  Una volta era possibile incontrare facilmente comunità in cui prevaleva fortemente il senso di appartenenza e di chiusura, a salvaguardia della propria identità.  Oggi le stesse comunità, immerse nella comunicazione più sfrenata e nella globalizzazione più dirompente, appaiono molto aperte    ma anche molto incerte sulla propria identità culturale.
  L’identità culturale di un paese è qualcosa di fondamentale per i suoi abitanti, è un sostrato che regge e sostiene la vita quotidiana degli individui, dei gruppi, della società tutta.
  Vi è un’identità sociale palese e un’identità nascosta, ma non per questo meno importante.
  L’identità nascosta di una comunità si forma attraverso le emozioni, i sentimenti, le pratiche sociali, le convinzioni condivise, le pulsioni e le strategie inconsce collettive, lungo una storia o microstoria che dir si voglia che parte da lontano.
   Una comunità ancora, per certi versi,  arcaica, poco propensa ad accettare ciò che viene dall’esterno e quindi  tendenzialmente chiusa, salvaguardia la propria identità nascosta attraverso le sue pratiche tradizionali e le sue immagini forti e comuni.  Ma le immagini, per durare, si trasformano in parole e in racconti; e i racconti  necessitano, per sopravvivere, della forma ritmo-poetica, necessitano cioè di diventare poesia. Nei contenuti ,invece, i racconti subiscono processi di rielaborazione logica che sfociano nei miti collettivi, , interpretazioni della realtà attraverso schemi consolidati. Uno degli schemi primari è il dialogo della comunità con le cose che la circondano, con gli uomini che conosce, con gli dei che intimoriscono o consolano. A questo punto, nelle grandi comunità nazionali,  nasce l’epica, nelle piccole comunità locali, nasce la poesia popolare.
  Ora, ormai, nelle comunità aperte in cui viviamo, in tutte, ivi compresa  Ciminna, tutto questo , quanto abbiamo chiamato l’identità nascosta, corre il rischio di scomparire, e non è un bene. Preziosa quindi risulta l’opera  di Martino Spina e di tutti quelli che lo sostengono. I racconti ancorati alla storia nazionale o alla cronaca paesana,  ma sempre visti attraverso il colorito ed estemporaneo parlare del ciminnese,  l’ingenuo ma sentito versificare sulle vicende della storia sacra,  l’ampio e ricco repertorio di sapienza popolare  che troviamo nel testo, tutto ciò può contribuire a rafforzare o addirittura a ricostruire, se è necessario,  l’identità nascosta di una comunità che tiene al suo passato per aver chiaro il presente e per poter  contare sul suo futuro.
   Martino Spina, con pazienza ed amore,  con accuratezza filologica, con vera passione culturale, ha voluto ricostruire passo passo, ascoltando e ricordando, il racconto della sua gente, per poterlo conservare prima che  vada inesorabilmente disperso.       

Sti silenzi
Sta virdura
Sti muntagni
Sti Vallati
L’à criatu
La Natura
Pi li cori innamorati…!



U munnu è ‘mmischu si chianci e si riri!



                  Tu tagghiasti e cusisti
                  Schetta arrestasti
                  Iu lavavu e striravu
                  Mi Maritavu…!


Ma perchì non ti nni va a merica!



Noi invece restiamo,  anche per continuare a leggere questi deliziosi distillati di cultura popolare.


Il testo, edito a Ribera (AG) nel 2013 da AVALON  snc,  lo puoi trovare  contattando www. Avalonsnc.com

                                                                                             Nicola Zito

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