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Rimase inginocchiato per un
tempo che sembrava indefinito. Dalla bocca non uscivano i versi di una
preghiera, non riusciva a pregare. Si sforzò di recitare il Padre Nostro, la
preghiera a lui più cara, ma non ce la faceva.
“Padre Pintacura..”
Alla fine il suo odio aveva
eliminato anche lui. Non c’era più speranza di salvezza, il demonio seminava
morte utilizzando lui come aratro.
“Michè hai dato la tua vita
al diavolo. Guardati sei diventato un demone”.
Aveva come l’impressione di
sentire il ghigno del demonio prendersi gioco di lui.
“Mi aveva promesso la
salvezza Don Arturo..”
Chiuse gli occhi si sforzò
di nuovo di pregare, ma non riusciva. Aveva ucciso un uomo buono, un uomo che
l’aveva accolto nella sua chiesa, che lo aveva fatto studiare che gli aveva
dato una possibilità di uscita da un incubo.
Alzò la testa e guardò la
scrivania, sul tavolo scintillava una pistola. Si alzò e la impugnò, la mano
gli tremava. Non era mai stata adoperata, aveva pensato tante volte di utilizzarla,
doveva essere lo strumento per fare giustizia, l’arma con la quale avrebbe
ottenuto la sua vendetta. Accarezzò la pistola, poi la posò dentro un cassetto
della scrivania, lo chiuse a chiave e mise questa in tasca.
“Devo scappare o
consegnarmi totalmente al male e completare la sua opera. Resta solamente una
persona da uccidere, tutto sarà così compiuto, ma la mia anima persa per
sempre”.
Iniziò a camminare su e giù
per la stanza come faceva quando era nervoso.
“Ciro Lo Vecchio, manca
solo lui.”
Era forse quello che odiava
maggiormente fra i quattro. Lo conosceva bene, il brillante professore
universitario, aveva seguito tutta la sua carriera. Sapeva tutto del suo
successo, sui lavori che la Regione gli aveva affidato. Conosceva la sua bella
famiglia, i suoi due figli che studiavano in California, il suo appartamento in
via Libertà, aveva invidiato persino le sue macchine belle, sportive, proprio
lui che non sapeva guidare.
Era rimasto colpito dal suo
fascino, molte volte provò vergogna quando ebbe sentimenti di ammirazione per
quell’uomo. La qualità che apprezzava maggiormente di Lo Vecchio era la
freddezza. Un uomo freddo e razionale, queste erano le caratteristiche del
professore.
“Ora tocca a te,e anche se
scappassi sarebbe un essere malvagio a completare l’opera.” Un brivido di paura
gli percorse la schiena, pensava alla croce capovolta impressa sul corpo del
povero Pintacura, alla fine sarebbe toccata pure a lui una fine così, avrebbe
potuto fuggire, ma tutto era già scritto “Sono un’anima dannata” e sapeva bene
che il diavolo non risparmia nessuno.
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