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mercoledì 25 giugno 2014

PAROLA AL LETTORE: LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI riflessioni di NeoArgo






La solitudine dei numeri primi è un libro difficile da inquadrare. Non si può semplicemente dire è stato bello, o è stato brutto. Sarebbe un eufemismo. 
La scrittura che l’autore ci presenta, appare delicata a tratti, senza forzare mai la storia, tenendo l’intero romanzo legato tramite un filo invisibile, e qualcosa che leggi con voracità, perché è una di quelle storie che parla di gente che vive all’esterno del mondo, persone non inquadrate, piene di problemi che si porteranno sempre dietro; sono sensazioni che ti entrano dentro, tramite i personaggi che con le loro paure e solitudini riescono a comunicarti tutta la loro sofferenza. 
Non ci sono eroi, e neanche vinti, solo due personaggi che cercano di sopravvivere a tutte le difficoltà che la vita gli pone davanti, cercando di fare del loro meglio, anche se a volte la vita non si presenta nella sua bella copia, ma in una brutta copia piena di errori.
La Solitudine dei Numeri Primi è un libro da leggere, e giudicare con i propri occhi. L’ho divorato, l’ho amato e ho sofferto con loro e alle volte immedesimatomi troppo con i personaggi che incarnano perfettamente tutta la solitudine dei numeri primi.

                                      NeoArgo

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