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sabato 7 giugno 2014

IL PENSIERO DI HERMANN VON SALZA: CIRCA LA LANCIA DI LONGINO.. UNO DEGLI OGGETTI GIUNTICI DAL PASSATO FRA I PIU' RICCHI DI STORIA E DI NARRAZIONI.





La lancia Sacra custodita nella Schatzkammer dell'Hofburg di Vienna

Il primo a sostenere l’esistenza di una reliquia legata alla Passione, la Lancia di Longino, fu S. Gregorio di Tours (Clermont 538 c. – Tours 594), nel VI secolo. Secondo i Vangeli Canonici, subito dopo la morte di Gesù, il suo costato venne trapassato da un violento colpo di lancia inferto da un soldato romano. I Vangeli Apocrifi ed una tradizione popolare millenaria riferiscono che, ad oltraggiare il corpo senza vita del Figlio di Dio, fu un centurione romano, Gaio Cassio Longino, soprannominato Longino l’Isaurico in quanto originario della provincia di Isauria, situata nell’attuale Turchia.
Esemplari “originali” di Lance Sacre furono esposti nelle chiese di mezza Europa: a Parigi, dove ne fu portato uno al tempo delle crociate, a Norimberga, a Bordeaux, a Mosca, a Vienna, a Cracovia, dove ne fu collocato uno all’interno di una chiesa ed in Vaticano, dove i fedeli poterono venerare ben due lance sacre. La tradizione narra che uno degli esemplari custoditi dalla Santa Sede venne realizzato da Fineas, nipote di Aronne e gelosamente custodito da Giovanni Crisostomo (Antiochia 344 c. – Cumana, Cappadocia 407), uno dei “Padri della Chiesa”. In seguito la lancia venne trasferita da Gerusalemme ad Antiochia, dove fu ritrovata nel 1098 e grazie ad essa, secondo la leggenda, gli abitanti tolsero la città dall’assedio dei Saraceni. Fu un contadino partecipante alla I crociata, Pietro Bartolomeo, secondo la testimonianza di Raimondo d’Argil, a volere che si scavasse nella chiesa di San Pietro in Antiochia, e a recuperare la reliquia. Nel XIII secolo re Baldovino II (Costantinopoli 1217 – forse Trani 1274), imperatore di Costantinopoli, consegnò l’arma a Luigi IX (San Luigi; forse Poissy 1215 – presso Tunisi 1270), il quale la collocò nella Sainte-Chapelle a Parigi, dopodiché, nel 1492, venne acquistata da Papa Innocenzo VIII (Genova 1432 – Roma 1492).

La lancia conosciuta come Heilige Lance (Lancia Sacra) ed esposta nella Weltliche Schatzkammer (la Stanza del Tesoro) del palazzo dell’Hofburg a Vienna, sarebbe giunta nelle mani di Maurizio (III secolo), comandante di un distaccamento dell’esercito romano noto come la Legione Tebana. Nel 285 d.C, i 6666 soldati di Maurizio si rifiutarono di prendere parte ad una cerimonia pagana e senza opporre la minima resistenza, si lasciarono trucidare dal generale Massimiano (240-50 – 310), il quale, poco dopo, venne proclamato co-imperatore da Diocleziano (forse Salona o Spalato 243 c. – ivi 313). La Lancia di Longino passò a Costanzo Cloro (m. 306) e quindi a Costantino il Grande, suo figlio, il quale, abbandonato il paganesimo per abbracciare la fede cristiana, la brandì in occasione della celebre battaglia di Ponte Milvio, durante la quale, nel 312 d.C., sbaragliò le truppe di Massenzio (278 c. – 312) riportando una schiacciante vittoria. Con il trascorrere dei secoli la Lancia Sacra passò di mano in mano, da imperatore ad imperatore e fu grazie ad essa che, secondo la leggenda, nel 385 d.C Teodosio (Cauca, Spagna 347 c. – Milano 395) sconfisse i Goti, nel 425 d.C. il generale Flavio Ezio (390 c. – 453) respinse Attila e Carlo Martello (689 c. – 741), nel 733 d.C., sconfisse gli arabi a Poitiers. La Heilige Lance, in seguito, passò da Carlo Magno (742 – Aquisgrana 814) agli imperatori Sassoni, tra cui Ottone I il Grande (912 – Memleben 973), agli Hohenstaufen, nella persona di Federico Barbarossa (1115 c. – 1190) ed infine agli Asburgo, che la collocarono nella Stanza del Tesoro del palazzo dell’Hofburg a Vienna. Una volta posta all’Hofburg, venne aperta una fenditura nella lama della lancia, all’interno della quale venne introdotto un chiodo ritenuto essere uno di quelli impiegati per crocifiggere Gesù.





Nel 1909 Adolf Hitler (Braunau, Alta Austria, 1889 – Berlino 1945), allora ventenne, si recò in visita al palazzo dell’Hofburg per ammirare il tesoro degli Asburgo, esposto nella Stanza del Tesoro. L’attenzione del futuro dittatore venne attirata dalla Lancia di Longino e ne rimase talmente affascinato, quasi stregato, che sostò a lungo di fronte alla teca di cristallo che la custodiva. Ciò che affascinò Hitler fu, in particolare, il chiodo assicurato all’asta, che la tradizione ritiene appartenere al gruppo di tre o quattro chiodi impiegati dai romani per crocifiggere Gesù. Walter Johannes Stein, in gioventù amico personale di Hitler, riferì che la passione del gerarca nazista per l’occultismo ed i manufatti sacri ed esoterici nacque a seguito della bizzarra esperienza vissuta nella Stanza del Tesoro del palazzo dell’Hofburg, esperienza che lo indusse a documentarsi sulla storia della reliquia viennese. Sempre più travolto da una delirante e morbosa passione per le scienze occulte e l’esoterismo, arrivò persino a convincersi di essere la reincarnazione di Landolfo II di Capua (m. 961 c.), sanguinario e crudele principe longobardo e che i poteri miracolosi della lancia lo avrebbero aiutato ad uscire vincitore dalla Seconda Guerra Mondiale ed a conquistare il mondo. Una notte di Marzo del 1938, a seguito dell’Anschluss, ossia dell’annessione forzata dell’Austria alla Germania, Hitler diede ordine di trasferire la Lancia Sacra a Norimberga, dove venne provvisoriamente collocata nella chiesa di S. Caterina che diventò ben presto un luogo di culto, un vero e proprio santuario mistico-esoterico nazista, sorvegliato e protetto a vista giorno e notte. Fu in questa chiesa, peraltro, che il celebre compositore Richard Wagner (Lipsia, 1813 – Venezia 1883), affiliato ad alcune Società Segrete Esoteriche tedesche come Adolf Hitler ambientò uno dei brani più suggestivi dei Maestri Cantori. Dopo la disfatta di Stalingrado, Hitler ritenne che la Lancia di Longino dovesse essere trasferita in un luogo più sicuro ed ordinò che fosse portata in un nascondiglio segreto a prova di bomba, in una galleria situata sotto l’antica fortezza di Norimberga che venne adeguatamente attrezzata come una camera blindata. Il13 Ottobre 1944 i bombardieri alleati rasero al suolo Norimberga e la Oberen Schmied Gasse (Vicolo Superiore dei Fabbri), la strada in cui si trovava l’accesso al tunnel con la camera blindata, venne completamente distrutta. Il 20 Aprile 1945 gli alleati occuparono la città ed alcuni individui che erano a conoscenza dell’esatta ubicazione del nascondiglio segreto della Lancia Sacra si suicidarono prima di venire fatti prigionieri dagli anglo-americani; tra questi vi era anche il borgomastro di Norimberga, Willy Lebel, il cui appartamento venne meticolosamente perquisito da ignoti per assicurarsi che non vi fossero indizi che avrebbero potuto condurre gli alleati al bunker segreto. Il 30 Aprile 1945, alle 14:10, poche ore prima che Adolf Hitler si suicidasse nel bunker corazzato della cancelleria a Berlino, gli uomini dell’O.S.S., su ordine dello statista inglese, Sir Winston Leonard Spencer Churchill (Blenheim Palace, Oxford, 1874 – Londra 1965), che tempo prima aveva sottolineato “l’importante necessità strategica” di trovare l’arma, penetrarono nella camera blindata e recuperarono la Lancia Sacra. Il generale Patton, che diresse le operazioni di recupero della lancia, confessò ai giornali di essere stato tentato, per qualche istante, di tenere per sé l’arma, essendo convinto, come Hitler, che essa avesse poteri miracolosi, tuttavia, prevalse il buon senso e la lancia venne restituita all’Austria dove è tuttora possibile ammirarla all’Hofburg di Vienna.



Ricapitolando, nel medioevo, diverse reliquie vennero identificate con la Lancia appartenuta a Longino. Tra queste:
·       La Lancia Sacra di Ottone I, simbolo del Sacro Romano Impero, custodita presso il complesso        dell’Hofburg di Vienna, di cui una copia fatta realizzare da Ottone III si trova a Cracovia;
La lancia sacra appartiene alla tradizione delle spade e lance magiche ed invincibili dell’immaginario e della mitologia germanica. All’epoca della Renovatio Imperii, del resto, erano ancora vive numerose tradizioni pre-cristiane, come attestato anche dai cronisti della battaglia di Lechfeld, che religiosamente contrariati, descrivono come pagani i festeggiamenti che ne seguirono.
Ciò considerato, però, completamente cristiana è la considerazione che ebbe da parte degli imperatori e il ruolo che le venne assegnato. La lancia era il simbolo dell’invincibilità che l’imperatore derivava dall’essere il legale rappresentante di Cristo sulla terra. Confermava così il ruolo quasi sacerdotale che la carica imperiale rivestiva, conformemente alle concezioni degli Ottoni e dei Salii.
Per rafforzare tale elemento, era però necessario anche un suo collegamento con la storia sacra o quella dei martiri. Dapprima fu allora identificata con la lancia di San Maurizio, celebre condottiero della legione Tebea, martirizzato sotto Massimiano. Attraverso questo, non era così escluso che la lancia poteva essere passata per le mani di Costantino, cosa che acquistava certo rilevanza nella propaganda imperiale. E infatti come lancia di San Maurizio è denominata nella iscrizione sulla fasciatura d’argento inseritavi da Enrico IV.

·       La Lancia Sacra di Antiochia, secondo la tradizione ritrovata durante la Prima crociata, ed ora custodita nel museo della cattedrale di Echmiadzin, in Armenia;
Le cronache della Prima crociata ci parlano infatti di una "lancia sacra di Antiochia": già l’apostolo Giuda Taddeo dal Golgota avrebbe portato con sé in Armenia la lancia di Longino, che avrebbe lasciato nel monastero di Geghard (40 chilometri a sud ovest di Yerevan) da lui fondato (ma in realtà del IV secolo). Nel 1250 il monastero prese infatti il nome di Geghardavank ("Monastero della Sacra Lancia"), ed ancora oggi si chiama così.

·       La Lancia Sacra papale, donata a papa Innocenzo VIII dal Sultano turco Bayazid II, conquistata,        si disse, a Costantinopoli nel 1453, custodita a San Pietro in Vaticano;

·       La Lancia portata in Europa durante le Crociate da Luigi IX e conservata nella Sainte-Chapelle, poi andata persa durante la Rivoluzione francese.

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