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La lancia Sacra custodita nella Schatzkammer dell'Hofburg di Vienna |
Il primo a sostenere
l’esistenza di una reliquia legata alla Passione, la Lancia di Longino,
fu S. Gregorio di Tours (Clermont 538 c. – Tours 594), nel VI
secolo. Secondo i Vangeli Canonici, subito dopo la morte di Gesù,
il suo costato venne trapassato da un violento colpo di lancia inferto da un
soldato romano. I Vangeli Apocrifi ed una tradizione popolare
millenaria riferiscono che, ad oltraggiare il corpo senza vita del Figlio di
Dio, fu un centurione romano, Gaio Cassio Longino, soprannominato Longino
l’Isaurico in quanto originario della provincia di Isauria, situata
nell’attuale Turchia.
Esemplari “originali” di Lance Sacre furono esposti nelle chiese di mezza
Europa: a Parigi, dove ne fu portato uno al tempo delle crociate,
a Norimberga, a Bordeaux, a Mosca, a Vienna,
a Cracovia, dove ne fu collocato uno all’interno di una chiesa ed
in Vaticano, dove i fedeli poterono venerare ben due lance sacre.
La tradizione narra che uno degli esemplari custoditi dalla Santa Sede venne
realizzato da Fineas, nipote di Aronne e gelosamente custodito
da Giovanni Crisostomo (Antiochia 344 c. – Cumana, Cappadocia
407), uno dei “Padri della Chiesa”. In seguito la lancia venne trasferita da
Gerusalemme ad Antiochia, dove fu ritrovata nel 1098 e grazie
ad essa, secondo la leggenda, gli abitanti tolsero la città dall’assedio dei
Saraceni. Fu un contadino partecipante alla I crociata, Pietro Bartolomeo,
secondo la testimonianza di Raimondo d’Argil, a volere che si scavasse nella
chiesa di San Pietro in Antiochia, e a recuperare la reliquia. Nel XIII secolo
re Baldovino II (Costantinopoli 1217 – forse Trani 1274),
imperatore di Costantinopoli, consegnò l’arma a Luigi IX (San
Luigi; forse Poissy 1215 – presso Tunisi 1270), il quale la collocò nella Sainte-Chapelle a
Parigi, dopodiché, nel 1492, venne acquistata da Papa
Innocenzo VIII (Genova 1432 – Roma 1492).
La lancia conosciuta come Heilige Lance (Lancia
Sacra) ed esposta nella Weltliche Schatzkammer (la Stanza del
Tesoro) del palazzo dell’Hofburg a Vienna, sarebbe
giunta nelle mani di Maurizio (III secolo), comandante di un
distaccamento dell’esercito romano noto come la Legione Tebana.
Nel 285 d.C, i 6666 soldati di Maurizio si rifiutarono di
prendere parte ad una cerimonia pagana e senza opporre la minima resistenza, si
lasciarono trucidare dal generale Massimiano (240-50 – 310),
il quale, poco dopo, venne proclamato co-imperatore da Diocleziano (forse
Salona o Spalato 243 c. – ivi 313). La Lancia di Longino passò a Costanzo
Cloro (m. 306) e quindi a Costantino
il Grande, suo figlio, il quale, abbandonato il paganesimo per
abbracciare la fede cristiana, la brandì in occasione della celebre battaglia
di Ponte Milvio, durante la quale, nel 312 d.C.,
sbaragliò le truppe di Massenzio (278 c. – 312) riportando una
schiacciante vittoria. Con il trascorrere dei secoli la Lancia Sacra passò di
mano in mano, da imperatore ad imperatore e fu grazie ad essa che, secondo la
leggenda, nel 385 d.C Teodosio (Cauca, Spagna
347 c. – Milano 395) sconfisse i Goti, nel 425 d.C. il
generale Flavio Ezio (390 c. – 453) respinse
Attila e Carlo Martello (689 c. – 741), nel 733 d.C.,
sconfisse gli arabi a Poitiers. La Heilige Lance, in
seguito, passò da Carlo Magno (742 – Aquisgrana 814) agli
imperatori Sassoni, tra cui Ottone I il Grande (912
– Memleben 973), agli Hohenstaufen, nella persona di Federico
Barbarossa (1115 c. – 1190) ed infine agli Asburgo, che la
collocarono nella Stanza del Tesoro del palazzo dell’Hofburg a Vienna. Una
volta posta all’Hofburg, venne aperta una fenditura nella lama della lancia,
all’interno della quale venne introdotto un chiodo ritenuto essere uno di
quelli impiegati per crocifiggere Gesù.
Nel 1909 Adolf
Hitler (Braunau, Alta Austria, 1889 – Berlino 1945), allora ventenne,
si recò in visita al palazzo dell’Hofburg per ammirare il tesoro degli Asburgo,
esposto nella Stanza del Tesoro. L’attenzione del futuro dittatore venne
attirata dalla Lancia di Longino e ne rimase talmente affascinato, quasi
stregato, che sostò a lungo di fronte alla teca di cristallo che la custodiva.
Ciò che affascinò Hitler fu, in particolare, il chiodo assicurato all’asta, che
la tradizione ritiene appartenere al gruppo di tre o quattro chiodi impiegati
dai romani per crocifiggere Gesù. Walter Johannes Stein, in gioventù amico personale di Hitler,
riferì che la passione del gerarca nazista per l’occultismo ed i manufatti
sacri ed esoterici nacque a seguito della bizzarra esperienza vissuta nella
Stanza del Tesoro del palazzo dell’Hofburg, esperienza che lo indusse a
documentarsi sulla storia della reliquia viennese. Sempre più travolto da una
delirante e morbosa passione per le scienze occulte e l’esoterismo, arrivò
persino a convincersi di essere la reincarnazione di Landolfo II di
Capua (m. 961 c.), sanguinario e crudele principe longobardo e che i
poteri miracolosi della lancia lo avrebbero aiutato ad uscire vincitore dalla
Seconda Guerra Mondiale ed a conquistare il mondo. Una notte di Marzo del 1938,
a seguito dell’Anschluss, ossia dell’annessione forzata dell’Austria
alla Germania, Hitler diede ordine di trasferire la Lancia Sacra a Norimberga,
dove venne provvisoriamente collocata nella chiesa di S. Caterina che
diventò ben presto un luogo di culto, un vero e proprio santuario
mistico-esoterico nazista, sorvegliato e protetto a vista giorno e notte. Fu in
questa chiesa, peraltro, che il celebre compositore Richard Wagner (Lipsia,
1813 – Venezia 1883), affiliato ad alcune Società Segrete Esoteriche tedesche
come Adolf Hitler ambientò uno dei brani più suggestivi dei Maestri
Cantori. Dopo la disfatta di Stalingrado, Hitler ritenne che la Lancia di
Longino dovesse essere trasferita in un luogo più sicuro ed ordinò che fosse
portata in un nascondiglio segreto a prova di bomba, in una galleria situata
sotto l’antica fortezza di Norimberga che venne adeguatamente attrezzata come
una camera blindata. Il13 Ottobre 1944 i bombardieri alleati rasero
al suolo Norimberga e la Oberen Schmied Gasse (Vicolo
Superiore dei Fabbri), la strada in cui si trovava l’accesso al tunnel con la
camera blindata, venne completamente distrutta. Il 20 Aprile 1945 gli
alleati occuparono la città ed alcuni individui che erano a conoscenza
dell’esatta ubicazione del nascondiglio segreto della Lancia Sacra si suicidarono
prima di venire fatti prigionieri dagli anglo-americani; tra questi vi era
anche il borgomastro di Norimberga, Willy Lebel, il cui
appartamento venne meticolosamente perquisito da ignoti per assicurarsi che non
vi fossero indizi che avrebbero potuto condurre gli alleati al bunker segreto.
Il 30 Aprile 1945, alle 14:10, poche ore prima che
Adolf Hitler si suicidasse nel bunker corazzato della cancelleria a Berlino,
gli uomini dell’O.S.S., su ordine dello statista inglese, Sir Winston
Leonard Spencer Churchill (Blenheim Palace, Oxford, 1874 – Londra
1965), che tempo prima aveva sottolineato “l’importante necessità strategica”
di trovare l’arma, penetrarono nella camera blindata e recuperarono la Lancia
Sacra. Il generale Patton, che diresse le operazioni di recupero
della lancia, confessò ai giornali di essere stato tentato, per qualche
istante, di tenere per sé l’arma, essendo convinto, come Hitler, che essa
avesse poteri miracolosi, tuttavia, prevalse il buon senso e la lancia venne
restituita all’Austria dove è tuttora possibile ammirarla all’Hofburg di
Vienna.
Ricapitolando, nel medioevo, diverse
reliquie vennero identificate con la Lancia appartenuta a Longino. Tra queste:
·
La Lancia Sacra di Ottone I, simbolo del Sacro Romano
Impero, custodita presso il
complesso dell’Hofburg di Vienna, di cui una copia fatta realizzare da Ottone III si trova a Cracovia;
La lancia sacra
appartiene alla tradizione delle spade e lance magiche ed invincibili dell’immaginario
e della mitologia germanica. All’epoca della Renovatio
Imperii, del resto, erano ancora vive numerose tradizioni
pre-cristiane, come attestato anche dai cronisti della battaglia di Lechfeld, che religiosamente
contrariati, descrivono come pagani i festeggiamenti che ne seguirono.
Ciò considerato, però,
completamente cristiana è la considerazione che ebbe da parte degli imperatori
e il ruolo che le venne assegnato. La lancia era il simbolo dell’invincibilità
che l’imperatore derivava dall’essere il legale rappresentante di Cristo sulla terra.
Confermava così il ruolo quasi sacerdotale che la carica imperiale rivestiva,
conformemente alle concezioni degli Ottoni e dei Salii.
Per rafforzare tale
elemento, era però necessario anche un suo collegamento con la storia
sacra o quella dei martiri. Dapprima fu allora identificata con la
lancia di San Maurizio, celebre condottiero
della legione Tebea, martirizzato sotto Massimiano.
Attraverso questo, non era così escluso che la lancia poteva essere passata per
le mani di Costantino, cosa che acquistava certo rilevanza nella
propaganda imperiale. E infatti come lancia di San Maurizio è denominata nella
iscrizione sulla fasciatura d’argento inseritavi da Enrico IV.
·
La Lancia Sacra di Antiochia, secondo la tradizione ritrovata
durante la Prima crociata, ed ora custodita nel museo della cattedrale di Echmiadzin, in Armenia;
Le cronache della Prima crociata ci parlano infatti di una "lancia sacra di Antiochia":
già l’apostolo Giuda Taddeo dal Golgota avrebbe portato con sé in Armenia la lancia di Longino,
che avrebbe lasciato nel monastero di Geghard (40 chilometri a sud ovest di Yerevan)
da lui fondato (ma in realtà del IV secolo).
Nel 1250 il monastero prese
infatti il nome di Geghardavank ("Monastero della Sacra Lancia"), ed
ancora oggi si chiama così.
·
La Lancia Sacra papale, donata a papa Innocenzo VIII dal Sultano turco Bayazid II, conquistata, si disse, a Costantinopoli nel 1453, custodita a San Pietro in Vaticano;
·
La Lancia portata in Europa durante le Crociate da Luigi IX e conservata nella Sainte-Chapelle, poi
andata persa durante la Rivoluzione francese.
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