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sabato 22 febbraio 2014

PAROLA AL LETTORE: TRENO DI NOTTE PER LISBONA recensione di NeoArgo





"Credevo davvero che non ci saremmo persi mai. Mi sembrava impossibile. Una volta ho letto da qualche parte: le amicizie fanno il loro tempo e finiscono. Non nel nostro caso, pensai allora, non nel nostro caso."  















Finendo l’ultima pagina di treno di notte per Lisbona, si ha come la sensazione che qualcosa non sia ancora concluso, che l'intera vicenda aspetti ancora la fine; non è facile parlare di questo libro, che ho letto con calma, senza fretta, godendomi ogni momento. Non non è per niente facile, parlare di Treno di Notte per Lisbona. 
In una mattina come tante altre il professor Mundus, così chiamato per la sua vena artistica che lo porta ad apprezzare e insegnare le lingue morte, ha un incontro con il destino, travestito da una donna, che sul ciglio di un ponte, dà l’impressione di volersi buttare giù e farla finita con il mondo intero. 
Voleva davvero buttarsi giù dal ponte la donna trattenuta quella mattina da Raimund Gregorius, insegnante svizzero di latino, greco ed ebraico? Gregorius non sa nulla della donna sennonché era portoghese. La mattina dopo, complice la scoperta in una libreria antiquaria del libro di un enigmatico scrittore lusitano, l'altrimenti prevedibilissimo professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di rintracciare l'autore. Da questo momento decolla una vicenda che costringerà Gregorius a confrontarsi con le contraddizioni degli affetti e gli orrori della Storia in un modo che mai avrebbe potuto immaginare nella sua rassicurante Berna.


                                                                 NeoArgo

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