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sabato 8 marzo 2014

PAROLA AL LETTORE: L'OMBRA DEL VENTO recensione di NeoArgo













"Aveva, come altre persone,  l'abitudine di 
sorridere esageratamente  quando voleva 
trattenere il pianto."
























Ho finito l’ombra del vento, un romanzo che per certi versi potrei definire con la parola ineluttabile. Perché tutto quello che è iniziato per gioco e divenuto con lo scorrere delle pagine qualcosa di più complesso e pericoloso di qualsiasi altra cosa. 
Con lo scorrere degli anni e delle pagine, l’autore tenendoci quasi per mano ci fa addentrare in una Barcellona gotica e quasi surreale, dove prende il via la storia di un libro maledetto dimenticato dentro il cimitero dei libri dimenticati, dove tutto tace e l’unica voce è quella delle pagine di quei libri dimenticati della polvere che li ricopre. 
Almeno fino al giorno in cui un bambino di undici anni lo ritrova quasi per caso o per fato scopre il mistero che vi è dietro, dando il via a una storia ricca di intrighi e di amori perduti nel tempo e poi ritrovati attraverso il ricordo, che strugge il lettore fino al finale elettrizzante e pieno di emozioni, regalandoci così una pietra miliare del nuovo millennio.


                                                    NeoArgo

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